Akira Yanagawa

Akira Yanagawa nasce a Kagoshima, il 15 luglio 1971. Sin da piccolo sviluppò una passione spasmodica per le biciclette e successivamente, grazie a suo fratello maggiore, ricevette in eredità il suo primo motorino. Iniziò così a correre in una discarica vicino casa, luogo dove la Polizia locale faceva addestrare i motociclisti arruolati nel corpo. Fu qui che Akira si fece le ossa, girando fino allo stremo delle forze, fino a quando l'ultima goccia di benzina nel serbatoio non fosse finita. A lui non interessava come fosse fatto un motore, o qual'era la pressione giusta delle gomme, lui voleva solo correre ed andare sempre più veloce.

Un aneddoto interessante venne dalla sua prima gara ufficiale in sella ad uno scooter prestatogli per l'occasione del suo debutto. Quel giorno pioveva, la pista era al limite della praticabilità, Akira partì a tutto gas cadendo immediatamente, risalì subito in sella e dopo due curve ricadde di nuovo, rimise in pista il piccolo scooter e dopo poche decine di metri scivolò di nuovo. Morale della favola, Akira perse il conto delle cadute accumulate in un solo giro, eppure a fine gara riusci a rimontare il gruppo di testa giocandosi anche la vittoria. Quel giorno rimase scolpito nella sua mente e quell'esperienza contribuì a creare il pilota coraggioso che anni dopo si impose nelle categorie maggiori.

La famiglia di Yanagawa era la classica famiglia umile con poche risorse economiche, inoltre facendo parte di un nucleo familiare composto da altri due fratelli, doveva spesso rinunciare a quei benefici che i giovani d'oggi fortunatamente possiedono. Ma questo non scoraggiò il padre di Akira che con la collaborazione degli altri due fratelli, fece in modo di far correre il piccolo Akira nelle competizioni che contavano. Un altro piccolo aneddoto narra che uno dei fratelli con i soldi che guadagnò dal suo lavoro, comprò la benzina necessaria a far correre il fratello più piccolo per un intero week end, inoltre il padre comprò un furgone per i spostamenti nei vari circuiti giapponesi, ed infine dopo varie peripezie riuscirono anche a compare una moto a rate sulla quale il giovane Akira sbalordì non poco gli addetti ai lavori.

Dopo anni di rinunce e sacrifici il giovane Akira riuscì a diventare un pilota professionista è la favola divenne realtà quando entrò finalmente nel Circus della Superbike. La Kawasaki si accorse subito del talento giapponese e lo accolse a braccia aperte nel suo harem verde.

La sua carriera motociclistica è fortemente legata alla Kawasaki sin dagli esordi, anche se nel 1994 fece la sua prima apparizione come wild card nel Mondiale Superbike a bordo di una Suzuki nel Gp del Giappone, concludendo gara 1 al 11° posto e gara 2 al 18esimo.

Duello con Troy Corser
Dopo una piccola parentesi a bordo di una Kawasaki nel 1996, dove concluse gara 1 del Gp del Giappone al 25esimo posto come wild card, entrò definitivamente nel Team Kawasaki Ufficiale nel 1997. Infatti da 97' in poi iniziò la sua lunga carriera, e sempre e solo in sella ad una Verdona di casa Akashi, disputando, dal 1997 al 2002, ben 118 gare, vincendone 3 e salendo sul podio per 23 volte. I giri veloci in gara sono stati 6, mentre le Pole Position, 2. Storici sono stati i duelli con le più competitive Ducati dell'epoca, duelli che lo hanno sempre visto protagonista in un modo o nell'altro. Guidava sempre con il coltello tra i denti, ed anche se la ZX 7R dell'epoca risultava meno performante delle leggere Ducati, inseriva quel mostriciattolo verde dove voleva e decideva lui. Certo a volte oltrepassava il limite cadendo, ma non prima di aver dato veramente tutto quello che c'era da dare!
In una intervista un giorno disse: "se scendo dalla moto senza nemmeno una goccia di sudore, vuole dire che non merito di salire su una moto come questa".
Duello con Haga


Altra foto storica, altro duello, stavolta con un giovanissimo Haga in sella alla sua altrettanto mastodontica e scorbutica Yamaha R7. Uno scontro tra titani, due piloti giapponesi in sella a due moto giapponesi, stessa cilindrata, stessa curva, stessa cattiveria e voglia di vincere.

Questo era, e fortunatamente è ancora Akira Yanagawa, un pilota che non ha ancora deciso di appendere il casco al chiodo.

Nel 2002 la Kawasaki gli affidò il compito e l'incarico di portare al debutto assoluto la nuova Kawasaki ZX-RR destinata alla MotoGp nel GP del Pacifico. Purtroppo la nuova Ninja era frutto di un progetto troppo estremo e poco affidabile, che portò Akira ad un sfortunato debutto cadendo rovinosamente durante il Gran Premio stesso. Dopo aver disputato 2 Gran Premi nel Motomondiale nel 2003, i vertici del Reparto Racing Kawasaki decisero di affidargli nuovamente una moto ufficiale per disputare le gare di casa (Giappone) del Mondiale MotoGp del 2007.

AKIRA YANAGAWA

Data di Nascita - 15 Luglio 1971
Luogo di Nascita - Kagoshima, Giappone
Numero di gara - #87
Altezza - 170 cm
Peso - 67 Kg
Hobby - Touring, Minimoto, Motocross, Ciclismo
Prima Moto - Kawasaki ZXR 750R (1995)
Web Site - akira87.com


Come non ricordare queste immagini. Akira Yanagawa che tenta in tutti i modi di far rimanere in pista la neonata Ninja ZX-RR MotoGp.

Un'impresa ardua considerando che il progetto della moto fu totalmente sbagliato e rivisto radicalmente negli anni successivi. Eppure nemmeno in quelle occasioni si è perso d'animo, continuando a testare la difficile Ninja per parecchio tempo.

Qualche anno dopo eccolo di nuovo in sella per testare la nuova, più veloce ed affidabile ZX-RR Ninja. Il suo stile di guida è sempre pulito e veloce, con quella particolarità tutta sua di tenere sempre la testa dritta rispetto al raggio di curvatura.

Qualsiasi istruttore di guida sportiva direbbe che è la posizione perfetta per avere una più chiara visibilità del raggio di curvatura, eppure oggi molti piloti si spingono anche oltre, buttando fuori dalla moto oltre al corpo anche la testa.

Tra le tante Ninja che Akira ha guidato in pista c'è stata anche la ZX-10R del 2007, moto veloce ma con qualche difetto di ciclistica. Questa moto fu usata per disputare il Campionato Giapponese JSB1000 (Japan Superbike) negli anni 2006, 2007 e 2008 con alterni risultati, ma anche con qualche bellissima soddisfazione.

Ultimamente il Cavaliere di Akashi per eccellenza ha guidato, sempre nel JSB1000, la più recente ZX-10R del 2010, moto che nonostante qualche problema di messa a punto all'anteriore (vedere SBK di Tom Sykes del 2010), non ha impedito ad Akira di salire sul podio in svariate occasioni.

Nella foto a destra lo vediamo impegnato nel piccolo tunnel del circuito di Suzuka, mentre tenta di tenere giù la ruota anteriore della Ninja, che in accelerazione tendeva sempre all'impennata.




CARRIERA DI AKIRA YANAGAWA
(Sempre su Kawasaki)


Anno 2008 - Campionato Giapponese JSB1000 = 3° Classificato
Anno 2007 - 
Campionato Giapponese JSB1000 = 9° Classificato 
Anno 2006 - Campionato Giapponese JSB1000 = 5° Classificato
Anno 2005 - Campionato Giapponese JSB1000 = 3° Classificato
Anno 2004 - Campionato Giapponese JSB1000 = 5° Classificato
Anno 2003 - Test e sviluppo - MotoGP 
Anno 2002 - Test e sviluppo - MotoGP 
Anno 2001 - Campionato Mondiale Superbike = 9° Classificato
Anno 2000 - Campionato Mondiale Superbike = 5° Classificato
Anno 1999 - Campionato Mondiale Superbike = 5° Classificato
Anno 1998 - Campionato Mondiale Superbike = 7° Classificato
Anno 1997 - Campionato Mondiale Superbike = 4° Classificato


Carriera impressionante, e dire che nel 2010 ha anche preso il posto dell'infortunato Chris Vermeulen per 2 gare del Mondiale SBK 2010, aggiungendo altri due tasselli alla sua già lunghissima carriera.


Quando un pilota diventa famoso il più delle volte lo diventa perché ha vinto un mondiale, o perché ha vinto molte gare, in questo caso abbiamo davanti un pilota dalla carriera incredibile, che anche se non ha raccolto ciò che meritava, è diventato comunque un'icona per tutti gli appassionati delle due ruote.


Benché le fotografie di questo articolo sono tutte bellissime, quelle di gran lungo più entusiasmanti, sono gli scatti che lo vedono impegnato negli anni d'oro a bordo della mastodontica ZX 7R. Quello era un sodalizio, un connubio, un matrimonio che rasentava la perfezione, peccato solo non sia arrivato il Titolo Mondiale. Ma di fronte a gesta del genere ci togliamo ugualmente il cappello è ci inchiniamo dinnanzi a tanto talento.




Un pilota che dà tutto se stesso per un unica casa costruttrice e come un giocatore di calcio che ha deciso di vestire solo i colori della sua squadra del cuore. In questo Akira Yanagawa è il maestro indiscusso delle due ruote. Sempre e solo, Kawasaki!



Fine
(a cura di Giovanni Iodice)