venerdì 1 febbraio 2013

Kawasaki GPz 750 Turbo (1984)

Model Code (ZX750 E-1).

La Kawasaki fu l'ultima casa motociclistica giapponese, in ordine di tempo, a sperimentare l'adozione del Turbo su una due ruote, con risultati assai più prolifici rispetto alle concorrenti giapponesi. Infatti all'epoca la sperimentazione di questo tipo di sovralimentazione era alquanto improvvisata, Honda e Suzuki provarono l'adozione della Turbina con scarsi risultati in quanto il cosiddetto strappo d'accelerazione (Turbolag) era eccessivo.

La Kawasaki non solo addolcì la spinta proveniente dalla Turbina ma la rese a tutti gli effetti una moto facile da guidare anche se la potenza per l'epoca era incredibile, ben 112 cv a 9.000 giri/minuto, con una accelerazione da 0 a 400 mt in soli 10.9 secondi ed una velocità massima di 233km/h!  Il motore è un 4 cilindri, 4 tempi DOCH con raffreddamento ad aria e 2 valvole per cilindro, la cilindrata è di 748 cc, il rapporto di compressione di 7,8:1 mentre l'alesaggio x corsa è 66 x 54 mm. La sospensione anteriore è di tipo Anti-Dive da 37 mm di diametro ed escursione di 130 mm. Al posteriore troviamo invece l'Uni Track Single Shock (mono-ammortizzatore) regolabile in estensione. I freni anteriori sono a doppio disco di 280 mm mentre al posteriore c'è un disco singolo da 270 mm. Il cambio è a 5 marce mentre il peso è circa 240 kg. La misura delle coperture è identica alla sorella GPz 750 ovvero: Michelin da 110/90-18 all'anteriore e Michelin da 130/90-18 al posteriore. La  piccola turbina è posta sotto ai collettori di scarico.

Chi scrive questo articolo ha avuto il piacere di vederla da vicino e si può facilmente ammettere che fa sempre una gran bella figura, elegante signora d'altri tempi. Sentirla in moto è musica vera, girando la manopola del gas si sente il fischio inconfondibile proveniente dalla turbina ed i giri/minuto salgono progressivi sin da quota 2.000.

Un esemplare da collezione, ma anche da turismo, certo non sarà confortevole come le attuali Super-Turismo, ma si lascia guidare con una facilità disarmante. Il piacere di guida si sente già dai primi chilometri e difficilmente braccia e ginocchia chiedono aiuto. In queste due foto appare con la livrea ufficiale del 1984, nera e rossa, con cerchi in lega all'interno di colore rosso e all'esterno cromati. Utilissima inoltre la maniglia posta sulla coda per l'appoggio del passeggero e ben visibile anche di giorno l'ampio fanalino posteriore, come del resto quello anteriore.










L'utilizzo della base GPz 750 permise di mettere in commercio la Turbo già dai primi mesi del 1984. Poche modifiche si resero necessarie ad un progetto già eccezionale. Al motore originale fu sostituita la testata con quella studiata per la 650 che aveva una minore apertura delle valvole. Pistoni ribassati con una testata con quella studiata per la 650 che aveva una minore apertura delle valvole. Fu implementata l'iniezione elettronica digitale. Riduzione del diametro del venturi alla valvola dell'acceleratore. Pompa dell'olio maggiorata del 17% e trasmissione completamente nuova con frizione rinforzata. L'impianto frenante è stato preso direttamente dalla GPz 1100, con unità Antidive migliorata (il settaggio minore corrisponde al settaggio massimo della GPz 750). La taratura della Wastegate è a 560mmHG.
Fine.
a cura di Giovanni Yoyo Iodice e Kawamichele

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