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venerdì 1 febbraio 2013

Presentazione




Kawasaki è da sempre la massima espressione ingegneristica nella realizzazione di sogni che vanno al di là degli ostacoli, una concezione dove tutto è possibile, e dove il gruppo KHI è il protagonista indiscusso di un concetto globale che racchiude tecnologia, tradizione, meccanica, passato, futuro e presente.

Se sei giunto fino a qui è perchè probabilmente andavi alla ricerca di un qualcosa che ti completasse, Kawasaki forse potrebbe darti quelle risposte alle domande che da tempo ti poni.

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Buona Navigazione!
Giovanni Yoyo Iodice



Kawasaki KLR 650 (2007)


La KLR 650 è una di quelle motociclette ideate e costruite per ogni tipo di impegno, stradale o enduro che sia. L'ampia capienza del serbatoio le permette escursioni molto lunghe con una autonomia di esercizio veramente interessante.

Il Motore è un Monocilindrico di 651cc, 4 tempi, raffreddato a liquido. L'erogazione è dolce ma progressiva utile e versatile su ogni fondo stradale. Il Telaio è a sezioni tonde d'acciaio ad alta resistenza, mentre al posteriore vi è un telaietto rimovibile, per un miglior accesso alla manutenzione all'airbox, al carburatore o addirittura all'ammortizzatore posteriore.

All'altezza del motore vi è una robusta protezione che protegge quest'ultimo da rocce, ghiaia e pietrisco sollevati dall'off road. Come Optional, acquistabili separatamente, vi sono le borse da viaggio molto capienti perfettamente adattabili e studiate per questo tipo di modello.


SCHEDA TECNICA

Motore: quattro tempi, DOHC, quattro valvole
Cilindrata: 651cc
Alesaggio x corsa: 100,0 x 83,0 mm
Rapporto di compressione: 9,5:1
Raffreddamento: a liquido
Carburazione: Keihin CVK40
Accensione: Elettronica CDI
Trasmissione: a cinque rapporti
Trasmissione finale: Catena
Telaio: semi-doppia culla, acciaio ad alta resistenza
Rake / percorso: 28 ° / 4,4 trovi
Sospensione anteriore / Escursione ruota: 38mm all'asse di testa, con aria regolabile in precarico.
Sospensione posteriore / Escursione ruota: UNI-TRAK ® singolo-shock con precarico 
a 5 vie e 4 vie freno idraulico in estensione
Pneumatico anteriore: 90/90x21
Pneumatici posteriori: 130/80x17
Freno anteriore / Freno posteriore: disco idraulico / Disco




CARATTERISTICHE: 

Motore
Un design compatto e  fluido, motore affidabile e collaudato - catena di distribuzione silenziosa le nuove camme riducono il rumore del motore. La piccola finestra di sul Carter permette la rapida ispezione del livello Olio motore.

Liquid Cooling
La ventola automatica permette di mantenere la temperatura sotto controllo in tutte le condizioni di utilizzo.

Quattro valvole testata
Una migliore respirazione per avere più potenza a tutti i regimi. Camera di combustione compatta per il rapporto di compressione maggiore senza detonazione. Fornisce superficie massima valvola di flusso ottimale. Aumenta la coppia a bassi regimi.

Balancer doppio motore
Il motore funziona senza problemi dal minimo al limitatore per il comfort del pilota e meno fatica su lunghi percorsi.

Accensione a scarica capacitiva con anticipo elettrico
Più precisamente controlla i tempi di accensione non importa quanto velocemente avvengano i cambiamenti rpm. Meno parti in movimento a vuoto.

A cinque marce
Progettato per gestire caratteristiche di potenza uniche del motore. Ampia curva di coppia del motore richiede solo 5 velocità sia per off-road sia per girare in autostrada in modo rilassato.
O-ring catena di trasmissione, riduce la manutenzione e aumenta la durata della catena.

Manubrio montato Choke
L'ottima posizione consente di scattare in maniere più semplice.

Lunga corsa della sospensione
Progettato per fornire un buon compromesso tra le esigenze di on- e off-road. Air-forcelle anteriori regolabili . High-montato parafango anteriore per qualsiasi avventura-touring situazione

Semi-doppia culla
In high-tech, a sezione circolare, acciaio ad alta resistenza

Protezione del motore
Protegge il motore da rocce e detriti sentiero quando il gioco si fa duro

Telaietto posteriore rimovibile
Per facilitare la manutenzione, fornendo un migliore accesso alla sospensione posteriore, airbox e carburatore. Grande cremagliera di carico posteriore incluso

UNI-TRAK ® Sospensione posteriore
Abbassa il centro di gravità per una migliore maneggevolezza. Comportamento decisamente più progressivo. Dispone di un 5 vie d'ammortizzazione in estensione con precarico a 4 vie di smorzamento.

Freni a disco anteriore e posteriore
Freni a disco potenti e per arresti repentini ma morbidi.

Grande Serbatoio
Capacità significativa consentendo turismo e avventura: 6,1 galloni (23,10 litri).

Caratteristiche aggiuntive
Mini carenatura, parabrezza e manubrio migliorate per il comfort del pilota. Visualizzazione metrico delle informazioni riguardo a: temperatura, contagiri e trip.



A cura di: Giovanni Iodice
Consulenza: Michele Romeo








Kawasaki GPZ 900 R (1984)

La Kawasaki GPZ 900, venne prodotta dal 1984 al 1999 in 3 serie e versioni, solo la prima serie aveva la ruota anteriore da 16 pollici ed è anche l'unica ad avere un notevole interesse storico. Le altre versioni avevano colorazioni e cerchi diversi, fino a l'ultima serie prodotta solo per il Giappone chiamata Ninja. 

La sigla di serie (ZX900A) è passata da A1 ad A6 dal 1984 al 1989, successivamente introdussero le sigle A7 ed A8 per gli anni  seguenti.

La moto si presenta come una sportiva carenata, con linee molto spigolose accompagnate da linee curve, il motore è a vista ma non il telaio che è a "diamante".

La GPZ 900R venne definitivamente consacrata dopo l'uscita del film di Tony Scott "Top Gun" del 1986 con Tom Cruise, dove l'attore protagonista sfreccia a gran velocità proprio a bordo di questa moto, (tra l'altro da sottolineare che Tom Cruise, noto motociclista, non ha mai usato controfigure per le scene On Bike).





Il motore fu sviluppato dagli ingegneri e tecnici Kawasaki in gran segreto per più di 6 anni, infatti fu l'unico propulsore al mondo dell'epoca a montare un motore con 16 valvole. La GPZ 900 R monta un motore 4 cilindri in linea inclinati di 45°, 4 tempi di 908 cc, Doch, 4 valvole per cilindro e raffreddamento a liquido. Alimentazione tramite 4 carburatori, rapporto di compressione 11:1. La potenza massima è di 115 cv (86 kw) a 9.500 giri/minuto, la velocità massima è di 243 Km/h, unica moto dell'epoca capace di superare il muro fatidico dei 240 km/h. Il tempo d'accelerazione da 0 a 400 mt è di 10,976 secondi, ma il pilota tester Jay "Pee Wee" Gleason riusci a segnare il tempo incredibile di 10,505 secondi.

Le 3 versioni in cui fu prodotta e commercializzata la Kawasaki GPZ 900R erano destinate per il mercato Europeo, Giapponese e Statunitense. Tra queste benché appaiano esteticamente identiche, differiscono tra loro per ciò che riguarda prestazioni e pesi:



VERSIONE EUROPEA = 108 cv (81 kw) a 9.500 giri/minuto.
VERSIONE USA = 115 cv (86 kw) a 9.500 giri/minuto.
VERSIONE GIAPPONESE = 89 cv (66 kw) a 9.000 giri/minuto.


Telaio a traliccio superiore in tubi di acciaio tondi, integrato da struttura posteriore in alluminio con tubi e piastre; motore sospeso come elemento stressato. Sospensione anteriore con forcella oleopneumatica Kayaba regolabile nella pressione dell’aria, con  sistema anti-dive. Sospensione posteriore con forcellone in alluminio e mono-ammortizzatore Uni-Trak. 


Il cambio è a 6 rapporti con frizione multidisco in bagno d'olio con finale a catena. L'impianto frenante è affidato ad un doppio disco anteriore ed un singolo al posteriore. Le misure degli pneumatici nel corso degli anni hanno subito delle sostanziali modifiche, infatti dal modello A1 a A6 le coperture erano: 120/80-16 (anteriore) e 130/80-18 (posteriore), mentre dal modello A7 a A8 si è passati al 120/80-17 (anteriore) e 150/80-18 (posteriore).

Le dimensioni della GPZ 900 sono: lunghezza 2.200 mm, larghezza 750 mm ed altezza 1.215 mm mentre il passo è di 1.495 mm. Il peso a secco varia a seconda delle versioni: 228 kg (versione Usa e Giappone), 234 kg (versione Europea). La capacità di serbatoio carburante è di 22 litri con una riserva di 4 litri.

La personalizzazione della Kawasaki usata per il film Top Gun prevedeva l'adozione di alcuni adesivi circolari posti sui lati del serbatoio ed uno posizionato subito sotto la sella, applicato in bella vista sulla parte iniziale della plastica del codone. 

Altri erano posizionati sulla parte alta della coda poco prima del faro posteriore, sul serbatoio (tra il tappo serbatoio e la sella), ed uno sul puntale inferiore del lato destro.

Tra gli appassionati motociclisti di tutto il mondo in molti si sono cimentati nell'effettuare la replica esatta della Actorbike GPZ usata nel film. Dall'originalità della serie telaio, all'anno di produzione, dalla colorazione agli adesivi e addirittura alcuni pazzi folli anche il giubbotto Avirex Cockpit G-1 indossato da Tom Cruise nel film.

ADESIVI USATI PER IL FILM TOP GUN



Per concludere questo approfondimento sulla Kawasaki Actorbike del film Top Gun, come non menzionare il nome di Chris Dolan, il possessore dell'unica ed originale GPZ 900R del film. In basso il documento che attesta l'acquisto della moto da parte di Chris, direttamente dalla Paramount Pictures Corporation, per un importo di 2.800,00 $. Era il 06 Giugno 1985 e Sir Chris Dolan entrava nella storia.


Anche se la colorazione ufficiale della Kawasaki GPZ 900R è quella della foto all'inizio di questo Post (rosso/grigio o nero/rosso), nel 1989 la Kawasaki produsse una nuova livrea Limited Edition completamente nera con i cerchi in lega e gli adesivi color oro. L'abbinamento risulta incredibilmente azzeccato, rendendo questo bolide ancor più aggressivo ma nel contempo anche elegante e sempre accurato nelle linee.

Storicamente, la cosa bizzarra,  fu che nel 1986 la nuova GPZ 1000RX avrebbe dovuto sostituire la GPZ 900R, ma il Ninja 900 continuò la sua produzione al fianco della nuova 1000RX per altri due anni. Non solo. Successivamente la Kawasaki ZX-10 del 1988 sostituì la 1000RX, ma non riuscì a soppiantare la GPZ 900, che perse lo status di modello di punta Kawasaki solo nel 1990 con l'uscita della ZZ-R 1100.

Fine

Kawasaki ZXR 400 (1990)

La ZXR 400 del 1990 è la giusta evoluzione del modello precedente le cui versioni venivano denominate con la sigla H1. Dal 1990 in poi si passò alla sigla L da apporre sui telai delle piccole quattrocento. Questa moto ha un buon compromesso peso/potenza, con i suoi 159 kg di peso a secco e 65 cv di potenza, peccato che nel mercato Europeo non abbia avuto lo stesso successo avuto in Giappone.

La moto si presenta piccola, bassa e snella, ideale per l'uso nel misto stretto, con un baricentro molto centrato verso il basso. La cilindrata è di 398 cc ed il propulsore è un 4 cilindri in linea 4 tempi 16 valvole con raffreddamento a liquido. L'alimentazione è a corpi farfallati, 4 carburatori Keihin CVK - D32 CV, la potenza di 65 cv (41,5 kw) viene sprigionata a 13.000 giri/minuto (bellissimo sound), la coppia è di 3.7 kgm  (37Nm) a 12.000 giri/minuto, il rapporto di compressione è 12:1 ed il cambio è a 6 rapporti con finale a catena.

DETTAGLI

L'impianto frenante è affidato ad un doppio disco all'anteriore di 310 mm ed un singolo al posteriore di 240 mm. Le misure delle gomme sono: 120/60-17 all'anteriore e 160/60-17 al posteriore. La sospensione anteriore è a steli rovesciati regolabile con escursione di 120 mm, mentre al posteriore è a braccio con molla mono-ammortizzatore con escursione 120 mm.








Il sistema di aspirazione del Airbox è formato da due condotti flessibili che dal fronte del cupolino entrano nel serbatoio. Quest'ultimo è provvisto di due fori per permettere all'aria l'ingresso nel Airbox posto sotto il serbatoio.







Le sedute, sia del conduttore che del passeggero, appaiono comode e abbastanza ampie, divise tra loro da un piccolo scalino. La sella posteriore e rimovibile per accedere al piccolo vano portaoggetti ricavato all'interno del codino. Sotto la sella del conduttore troviamo la batteria di tipo 12V/8Ah.




La strumentazione appare semplice e ben leggibile con il tachimetro della velocità posto sulla sinistra, quello dei giri motore al centro e la temperatura di esercizio dell'acqua più piccolo sulla destra. Completano il quadro strumenti le spie del Neutral Gear, dell'Olio, delle Frecce e dei Fari abbaglianti.






Le dimensioni della ZXR 400 sono: lunghezza 1995 mm, larghezza 700 mm, altezza 1080 mm per un peso di 159 kg a secco. Le ruote sono di 17" e la capacità del serbatoio è di 16 litri. 

Le differenze tra i modelli H ed L sono una diminuzione di peso di 4 kg a favore dei modelli L, ed un aumento della potenza che da 62 cv (modelli H) arriva fino a 65 cv (modelli L). La ZXR 400 è stata in produzione dal 1988 al 1990 con i modelli H, e dal 1990 al 1999 con il modelli L. Il prezzo convertito in euro è di 8.613 €.


Modello H (1988 - 1990)

Ribattezzata la piccola Stinger, il modello H presenta linee e colorazione riprese dalla sorella maggiore, la ZXR 750 Stinger. Il frontale è provvisto di doppio gruppo ottico circolare, mentre la zona posteriore appare squadrato e basso.






Modello L (1990 - 1993)

Il modello L si differenzia da quello precedente per l'adozione di un singolo faro trapezoidale all'anteriore, di un nuovo serbatoio dalle linee più filanti e da un posteriore decisamente più tondeggiante con relativo faro di dimensioni più ridotte. Il telaio viene ridisegnato e accorciato nella parte inferiore.




Modello L (1994 - 199) 

Pressochè identica al modello precedente. La nuova ZXR 400, quella che fu prodotta sino al 1999, si differenzia dal modello 93' solo per la colorazione della livrea e per una piccola rivisitazione del codino. Invariato tutto il resto.







COMPORTAMENTO IN PISTA

La Kawasaki ZXR 400 nella guida sportiva si lascia domare facilmente, la guida anche al limite è una vera delizia. Dai 5.000 giri in su la coppia entra in tutta la sua spinta ma senza strappi alle braccia o derapate improvvise. La 1° marcia risulta molto aggressiva come spinta, mentre le altre marce salgono in modo più tranquillo ed omogeneo. In staccata il peso contenuto della moto favorisce gli inserimenti in curva senza mettere in crisi ne telaio, ne ammortizzatori. Una volta inserita la moto in curva, la tenuta è molto buona e le linee si disegnano molto facilmente.

Kawasaki ZX-4 (1988)

Una delle Kawasaki più rare mai prodotte dalla casa di Akashi. La Kawasaki ZX-4 fu commercializzata solo per il mercato giapponese e solamente nell'anno 1988. I fortunati possessori di questa moto sono consapevoli del fatto che hanno tra le mani una moto più unica che rara.

Il Model Code della ZX-4 è ZX 400G1/G1A/G1B anno 1988.

Fu presentata il 27 Dicembre del 1987 al Tokyo Motor Show. A guardarla bene la ZX-4 sembra la sorella più piccola della ZX-10 ma ricorda anche molto da vicino la ZZ-R 600. Il motore è un 4 tempi con 4 cilindri paralleli, raffreddato a liquido, DOHC, 4 valvole per cilindro. La cilindrata è di 399cc, l'alesaggio x corsa: 57 x 39 mm, mentre il rapporto di compressione: 11,5:1. La potenza massima è pari a 59 cv a 12000 giri/minuto, la coppia massima è 3,9 kgm a 10.000 rpm. Il cambio è a 6 velocità con finale a catena. 

Il telaio è un Box-Frame dal design completamente nuovo per l'epoca, interamente in alluminio a doppio tubo. La sospensione anteriore è composta da due forcelle RWU con 41 mm di escursione, la sospensione posteriore è Uni-Trak di tipo mono-ammortizzatore regolabile in precarico. L'impianto frenante anteriore è a doppio disco di 300 mm con pinze a 4 pistoncini. Il freno posteriore è affidato ad un disco singolo di 240 mm e pinza a 2 pistoncini. Gli pneumatici anteriori sono 110/70-17 53H, quelli posteriori: 140/60-18 64H. Il peso a secco: 177 kg e la capacità di serbatoio carburante: 16 Litri

La ZX-4 misura 2.035 mm di lunghezza, 715 mm di larghezza, 1.130 mm di altezza, il passo invece è 1.395 mm. Le colorazioni dell'epoca furono svariate ma di spicco una su tutte fu la livrea Formula 3.

In conclusione si può dedurre che la ZX-4 fu il precursore della ZXR 400 che entrò in produzione solo un anno dopo. In quell'unico anno furono vendute molte unità ma non abbastanza per l'eccellente fattura del modello, quasi come fosse una sorta di progetto guida. Le prestazioni della ZX-4 sono di tutto rispetto considerando che la velocità massima raggiungibile è di 220 km/h. Le frecce direzionali carenate sia all'anteriore che al posteriore sono simili, se non uguali, alle soluzioni che verranno poi introdotte negli anni seguenti sui modelli ZX-10 e ZZ-R 600.





Kawasaki GPz 750 Turbo (1984)

Model Code (ZX750 E-1).

La Kawasaki fu l'ultima casa motociclistica giapponese, in ordine di tempo, a sperimentare l'adozione del Turbo su una due ruote, con risultati assai più prolifici rispetto alle concorrenti giapponesi. Infatti all'epoca la sperimentazione di questo tipo di sovralimentazione era alquanto improvvisata, Honda e Suzuki provarono l'adozione della Turbina con scarsi risultati in quanto il cosiddetto strappo d'accelerazione (Turbolag) era eccessivo.

La Kawasaki non solo addolcì la spinta proveniente dalla Turbina ma la rese a tutti gli effetti una moto facile da guidare anche se la potenza per l'epoca era incredibile, ben 112 cv a 9.000 giri/minuto, con una accelerazione da 0 a 400 mt in soli 10.9 secondi ed una velocità massima di 233km/h!  Il motore è un 4 cilindri, 4 tempi DOCH con raffreddamento ad aria e 2 valvole per cilindro, la cilindrata è di 748 cc, il rapporto di compressione di 7,8:1 mentre l'alesaggio x corsa è 66 x 54 mm. La sospensione anteriore è di tipo Anti-Dive da 37 mm di diametro ed escursione di 130 mm. Al posteriore troviamo invece l'Uni Track Single Shock (mono-ammortizzatore) regolabile in estensione. I freni anteriori sono a doppio disco di 280 mm mentre al posteriore c'è un disco singolo da 270 mm. Il cambio è a 5 marce mentre il peso è circa 240 kg. La misura delle coperture è identica alla sorella GPz 750 ovvero: Michelin da 110/90-18 all'anteriore e Michelin da 130/90-18 al posteriore. La  piccola turbina è posta sotto ai collettori di scarico.

Chi scrive questo articolo ha avuto il piacere di vederla da vicino e si può facilmente ammettere che fa sempre una gran bella figura, elegante signora d'altri tempi. Sentirla in moto è musica vera, girando la manopola del gas si sente il fischio inconfondibile proveniente dalla turbina ed i giri/minuto salgono progressivi sin da quota 2.000.

Un esemplare da collezione, ma anche da turismo, certo non sarà confortevole come le attuali Super-Turismo, ma si lascia guidare con una facilità disarmante. Il piacere di guida si sente già dai primi chilometri e difficilmente braccia e ginocchia chiedono aiuto. In queste due foto appare con la livrea ufficiale del 1984, nera e rossa, con cerchi in lega all'interno di colore rosso e all'esterno cromati. Utilissima inoltre la maniglia posta sulla coda per l'appoggio del passeggero e ben visibile anche di giorno l'ampio fanalino posteriore, come del resto quello anteriore.










L'utilizzo della base GPz 750 permise di mettere in commercio la Turbo già dai primi mesi del 1984. Poche modifiche si resero necessarie ad un progetto già eccezionale. Al motore originale fu sostituita la testata con quella studiata per la 650 che aveva una minore apertura delle valvole. Pistoni ribassati con una testata con quella studiata per la 650 che aveva una minore apertura delle valvole. Fu implementata l'iniezione elettronica digitale. Riduzione del diametro del venturi alla valvola dell'acceleratore. Pompa dell'olio maggiorata del 17% e trasmissione completamente nuova con frizione rinforzata. L'impianto frenante è stato preso direttamente dalla GPz 1100, con unità Antidive migliorata (il settaggio minore corrisponde al settaggio massimo della GPz 750). La taratura della Wastegate è a 560mmHG.
Fine.
a cura di Giovanni Yoyo Iodice e Kawamichele

Kawasaki GPX 750 R (1988)

La Kawasaki GPX 750 R si inserisce nel segmento delle Gran Turismo, fu commercializzata e prodotta dalla casa di Akashi dal 1987 fino al 1990 e a detta di molti è la degna erede della intramontabile GPz.

Per gli appassionati collezionisti il Model Code (codice modello) è ZX750 F. 

La GPX 750 R è equipaggiata con un 4 cilindri in linea, 4 tempi con raffreddamento a liquido, 16 valvole. La cilindrata è di 748 cc, l'alesaggio x corsa è 68 x 51.5 e la potenza massima è pari a 106 cv a 10.500 giri/minuto. La coppia massima è di 7.0 kgm a 6.500 giri/minuto, mentre il cambio è a 6 marce. Il peso a secco di questa moto, anche se può sembrare robusta e mastodontica, è di 195 Kg, ben 5 kg in meno rispetto alla ZXR del 1993, mentre con i tutti i liquidi a bordo (olio, acqua e benzina) è di 222 Kg.  All'anteriore la GPX monta pneumatici 110/90-16 59H, mentre al posteriore 140/70-18 66H, forse un pò piccoli considerando la mole dalla motocicletta.

La particolarità della GPX è  l'alto comfort di marcia. Il pilota resta comodamente seduto lungo la sella integrale, mentre il passeggero rimane ben posizionato con le ginocchia non troppo alte e pedane ben posizionate. La velocità massima è di 240km/h e l'impianto frenante è a doppio disco all'anteriore e singolo al posteriore.

Una moto dalla linea sinuosa ed elegante con fari, anteriore e posteriore, di notevoli dimensioni, ed un manubrio alto e specchietti retrovisori grandi con una visibilità retrostante ottima.

Il cruscotto è formato da due grandi tachimetri, quello della velocità con scala da 0 a 270 km/h posto alla sinistra, ed il contagiri con la zona rossa ben evidenziata dai 11.800 fino ai 14.000, sulla destra. La visibilità è ottima grazie anche agli inserti grafici di colore verde. Non mancano le spie luminose del Neutral Gear, dell'Olio e della Benzina.

In conclusione si può affermare che la GPX è una rivisitazione completa delle vecchie GPz, peccato però che non abbia riscosso lo stesso successo ed impatto storico che le GPz stesse hanno raccolto!


SPECIFICHE TECNICHE

Capacità serbatoio - 21 lt
Angolo di sterzata - 27°
Interasse - 1.460mm
Rapporto di compressione - 11.2:1
Carburatori - 4 x 34mm Keihin CV
Sospensione ant. - Forcelle tele-idrauliche da 38mm
Antidive - attivato elettronicamente
Sospensione post. - Uni-rack ad aria con 4 vie di regolazione dello smorzamento in estensione
Freni ant. - 2 dischi da 270 mm e pinza a 4 pistoncini
Freni post. - Disco singolo da 230 mm e pinza a 2 pistoncini
Spazio di frenata da 60 a 0 km/h - 14.0 mt
Spazio di frenata da 100 a 0 km/h - 40.5 mt
Consumo medio - 16.2 km/lt
Accelerazione 0-400 mt - 11.1 sec (vel. d'uscita 193.2 km/h)


Fine.
a cura di Giovanni Yoyo Iodice